Monte Castello di Vibio conserva chiaramente l’aspetto di castrum medievale. Sorge su un colle, dal quale si gode un panorama unico sulle colline umbre e la media valle del Tevere. Simbolo della cittadina è sicuramente il teatro della Concordia che rispecchia in miniatura l’anima del borgo.
È un luogo intimo, una bomboniera affrescata nel 1892 dal giovane pittore Luigi Agretti e Forse applaudono se stessi, gli spettatori del più piccolo teatro del mondo, per la fortuna di vivere in un posto come questo, che ancora nel 1960 stupiva l’antropologa americana che scrisse di aver localizzato qui il paradiso perduto. Il viaggiatore che arriva in questa parte dell’Umbria incontra colline che si addolciscono, macchie di colore dai toni pastello, orizzonti morbidi e il Tevere sinuoso che percorre la vallata.
Con gli occhi del pittore bambino che ha affrescato il minuscolo teatro, percorriamo i silenziosi vicoli, le torri e le mura esterne: qui tutto è piccolo, contenuto, discreto; i tetti sono rossi, le facciate delle case in pietra e il verde preme fuori dalla porta d’ingresso. È la felicità del microcosmo, fatta di lentezza e stupore.